Immagine: University College London, Department of Computer Science, London. Dr Vijay M. Pawar & Robert Stuart-Smith, Autonomous Manufacturing Lab
La nuova tecnica, ispirata alle api e alle vespe, prevede che più droni lavorino insieme per costruire una torre partendo da un unico modello.
by MIT Technology Review
Un mini-sciame di droni è stato addestrato a lavorare insieme per stampare in 3D alcune semplici torri. Il team responsabile dell’esperimento spera che in futuro il metodo possa essere utile per progetti impegnativi, come la ricostruzione di edifici dopo una catastrofe o anche semplici riparazioni di edifici troppo alti per essere accessibili in sicurezza.
Ispirato al modo in cui le api o le vespe costruiscono grandi nidi, il processo utilizza un unico modello 3D per far lavorare insieme più droni, con un drone che controlla il lavoro degli altri mentre procede. In altre parole, un drone deposita uno strato di materiale da costruzione e l’altro controlla l’accuratezza di tutto ciò che è stato stampato fino a quel momento. I droni volano in modo completamente autonomo mentre svolgono i loro compiti, ma sono monitorati da un umano che può intervenire se le cose vanno male.
Guarda qui. https://www.youtube.com/watch?v=pDKNEO0gDuE
Per testare le capacità dei droni, i ricercatori hanno fatto usare schiuma espandente e un tipo speciale di cemento leggero per costruire strutture con altezze che vanno dai 18 centimetri ai 2,05 metri. Le torri sono state costruite in scala di 5 millimetri rispetto al modello originale.
Poi, per dimostrare che il sistema poteva funzionare in formazioni più complesse, il team ha usato le luci dei droni per creare una sequenza di immagini della loro scia, simulando la costruzione di una struttura alta e a forma di cupola. La ricerca è stata descritta in un articolo pubblicato su Nature.
Mirko Kovac, direttore dell’Aerial Robotics Laboratory dell’Imperial College di Londra, nel Regno Unito, che ha guidato lo studio, afferma che la procedura potrebbe essere utilizzata per costruire edifici nell’Artico o persino su Marte, o semplicemente per aiutare a riparare edifici alti che normalmente richiederebbero costose impalcature.
Per ora, la tecnica è limitata perché i droni hanno difficoltà a trasportare carichi pesanti, devono essere ricaricati regolarmente e richiedono ancora la supervisione umana. Tuttavia, i ricercatori affermano di sperare di ridurre al minimo alcuni di questi problemi automatizzando il caricamento dell’energia dei droni durante il lavoro, operazione che attualmente viene eseguita dagli esseri umani.