In questo rapido avanzamento dell’era digitale, stiamo assistendo all’ascesa di una nuova figura sulla scena aziendale: i professionisti transumani. Questo adattamento del lavoro, caratterizzato dall’integrazione tra uomo e tecnologie avanzate, riflette la materializzazione della teoria della “mente estesa” di Andy Clark, secondo la quale i confini tra mente, corpo e strumenti esterni si dissolvono, creando una cognizione espansa.
L’accelerazione delle applicazioni della tecnologia dell’informazione, soprattutto negli ambienti aziendali, dove la generazione di dati è diventata esponenziale e i dispositivi connessi, dai sensori agli impianti neurali, costituiscono un ecosistema informativo abbondante e mutevole. La capacità di assorbire, analizzare e agire su volumi di dati che superano di gran lunga la capacità di elaborazione umana convenzionale ridefinisce il significato del lavoro nel 21° secolo. Le organizzazioni, di fronte a crescenti richieste di prestazioni ed efficienza, trovano nei professionisti transumani una risposta alle sfide attuali.
Al centro di questa trasformazione, in atto nel mercato globale, c’è, ovviamente, l’Intelligenza Artificiale (AI), non più una promessa futuristica, ma una realtà emergente. L’intelligenza artificiale, integrandosi con i processi aziendali, accelera una rivoluzione nel modo in cui vengono prese le decisioni, delineate le strategie e ottimizzate le operazioni. I professionisti transumani, perfezionati dalla tecnologia che li circonda, trascendono i tradizionali limiti umani, espandendo la loro capacità di analizzare ed eseguire compiti, siano essi tattici o strategici.
I filosofi Andy Clark e David Chalmers, nell’articolo “The Extended Mind”, pubblicato nel 1998, hanno proposto che la mente non si limiti al cervello o al corpo, ma si estenda fino a includere gli strumenti che utilizziamo per pensare e interagire con il mondo. All’attuale livello di progresso tecnologico raggiunto dall’umanità, il concetto di Mente Estesa diventa una realtà inevitabile.
Nel contesto aziendale, ciò si traduce in un’interconnessione diretta tra il lavoro dei professionisti e dispositivi elettronici, sistemi intelligenti e vasti archivi di dati. Poiché i componenti esterni arrivano a svolgere un ruolo cruciale nel processo cognitivo, proprio come farebbe un processo interno, allora questi componenti possono essere considerati parte della mente.
Questa proposta sfida la nozione tradizionale di mente, argomentando contro l’internalismo cognitivo – l’idea che tutti i processi cognitivi avvengono entro i confini del cervello. Clark e Chalmers sostengono invece un “esternalismo attivo”, suggerendo che l’interazione dinamica tra l’individuo e l’ambiente può formare sistemi cognitivi estesi. Lo esemplificano con il caso di un individuo che utilizza un taccuino come risorsa esterna per archiviare e accedere alle informazioni, sostenendo che questo taccuino agisce come un’estensione della memoria dell’individuo, in modo simile alla memoria biologica. Potremmo anche aggiornare questo esempio, facendo riferimento all’uso massiccio e immersivo degli smartphone da parte degli individui in questa era digitale, caratterizzandoli come sistemi cognitivi estesi attraverso artefatti tecnologici.
I professionisti transumani, dotati di tecnologia avanzata, intelligenza artificiale, smartphone con assistenti virtuali, impianti neurali e altri dispositivi elettronici, rappresentano l’incarnazione dell’esternalismo attivo nell’ambiente aziendale. Queste tecnologie non sono semplicemente strumenti ausiliari; diventano parte integrante dei processi cognitivi dei professionisti, ampliandone le capacità decisionali, di analisi e di strategia.
L’emergere di professionisti transumani illustra un passo verso la realizzazione pratica della mente estesa nel contesto aziendale contemporaneo, ridefinendo i confini di ciò che è considerato parte della mente umana e il modo in cui la cognizione può avvenire dall’integrazione uomo-macchina.
Questa estensione cognitiva consente ai professionisti transumani di accedere, elaborare e applicare le informazioni su una scala e una velocità precedentemente inimmaginabili. Alcuni concetti legati alla mente estesa sono fondamentali per comprendere l’impatto di questo cambiamento negli ambienti aziendali. Evidenzio:
Interdipendenza uomo-macchina: quando gli strumenti e i dispositivi tecnologici diventano così integrati nelle nostre funzioni cognitive da diventare effettivamente estensioni della nostra mente. I professionisti transumani, utilizzando l’Intelligenza Artificiale nella loro routine lavorativa, inevitabilmente espandono le loro capacità decisionali e di analisi.
Ambienti cognitivi migliorati: l’ambiente che ci circonda, se arricchito con tecnologie e strumenti di intelligenza artificiale, può migliorare significativamente le nostre capacità cognitive. Da questa integrazione cognitiva, i professionisti transumani possono operare a livelli più elevati di efficienza e produttività.
Integrazione dei processi cognitivi: quando una parte del mondo inizia a funzionare come un processo cognitivo integrato, allora quella parte sarà considerata un’estensione della mente. Con l’integrazione dell’intelligenza artificiale e di altre tecnologie nei processi aziendali, i professionisti transumani acquisiscono un’estensione naturale della propria cognizione.
Esternalismo attivo: l’idea che gli agenti possano riconfigurare attivamente il loro ambiente per supportare i processi cognitivi consente l’adattamento e l’uso di nuove tecnologie da parte dei professionisti transumani, diventando una pratica che migliora la mente umana, migliorando l’uso delle informazioni e migliorando il processo decisionale.
La cognizione come fenomeno distribuito: Clark e Chalmers sostengono che la cognizione non è confinata al cranio, ma distribuita tra il cervello, il corpo e l’ambiente, compresi gli strumenti e la tecnologia. Questa prospettiva supporta l’idea che i professionisti transumani, integrando la tecnologia nella loro routine, stanno effettivamente espandendo la portata della loro cognizione oltre i tradizionali limiti fisici del corpo e della mente umana.
Tuttavia, la transizione verso un’era di professionisti transumani è piena di sfide. Un’evoluzione tecnologica equa, che garantisca un’ampia distribuzione dell’accesso alle innovazioni dell’IA, sarebbe essenziale per prevenire la concentrazione del potere.
Osservando la concentrazione di potere già esistente di poche organizzazioni tecnologiche nel mondo, sembra che questa equità sia molto lontana dal realizzarsi, creando un vero e proprio abisso tra quei professionisti che avranno accesso anticipato a queste risorse e coloro che non hanno l’intelligenza artificiale integrata nella loro routine… Un secondo aspetto estremamente preoccupante è legato alle responsabilità e ai limiti tra esseri umani, macchine e organizzazioni, poiché, dal momento in cui iniziamo a interagire con sistemi decisionali autonomi negli ambienti aziendali, la tracciabilità e la responsabilità delle azioni diventano più complesse. Distinguere le capacità umane da quelle delle macchine è la terza sfida, del resto, per una giusta valutazione delle prestazioni individuali, sarebbe fondamentale evitare distorsioni e garantire così l’integrità dei processi aziendali e delle valutazioni individuali.
L’emergere di professionisti transumani, favorito dal progresso accelerato dell’intelligenza artificiale e supportato concettualmente dalla teoria della mente estesa, rappresenta un cambiamento inevitabile negli ambienti aziendali e di lavoro umano. Questa figura emblematica, con il potenziale per l’esplorazione in tempo reale di grandi volumi di dati e informazioni, simboleggia il potenziale illimitato della sinergia tra la mente umana e la macchina. Tuttavia, affinché questo futuro si materializzi in modo inclusivo ed equo, è essenziale affrontare le sfide etiche, sociali e organizzative che accompagnano questa trasformazione, garantendo che il transumanesimo nel mondo degli affari sia una forza per il bene comune e non solo per un gruppo selezionato gruppo di privilegiati.
( fonte: Ricardo Cappra/ MIT Technology Review)